Nell’officina di un maestro francese

Giuseppe Clericetti si china sulla musica di Camille Saint-Saëns – Visionario, artigiano, sperimentatore.

Camille Saint-Saens, 1915. Foto: Bain News Service, D ggbain.19048 / Library of Congress

Esce per Zecchini Editore la seconda pubblicazione di Giuseppe Clericetti dedicata a Camille Saint-Saëns: dopo un primo volume incentrato sugli scritti e la biografia del maestro, penetriamo con questo lavoro nella materia viva della sua arte compositiva. L’affondo è scevro di presupposti enciclopedici e volutamente non sistematico: Clericetti sceglie una via interessante, presentandoci cinque monografie che hanno il merito di planare con leggerezza sul loro argomento. Il metodo ha l’effetto di delineare i contorni dell’arte di Saint-Saëns con una sorta di promenade, uno sguardo d’insieme non ossessivamente puntato sull’autore, ma anche sul suo mondo, aprendo qui e là parentesi sempre gustose che ci rimandano al solido, entusiastico e gradevole mestiere radiofonico del Clericetti.

La prima parte dell’opera è dedicata ai poemi sinfonici, genere del quale Saint-Saëns sarà uno degli alfieri in Francia, e ci lasciamo guidare soprattutto alla scoperta del debito del francese rispetto al precursore Liszt.

Attraverso il filtro dell’importante produzione di mélodies del maestro parigino, esaminate davvero minuziosamente, scopriamo quindi l’aspetto della perfezione formale, di una concezione dell’arte come cesellamento e rigore estetico che mettono in luce un Saint-Saëns parnassiano e neoclassico. L’ammirazione per Mozart ci guida quindi alla scoperta del Saint-Saëns pianista e filologo, mentre l’officina compositiva del maestro francese è studiata nei suoi meccanismi attraverso lo strumento delle auto-trascrizioni che egli opera sulle proprie mélodies, ma anche mediante lo studio del lavoro pionieristico di creazione della colonna sonora per uno dei primi film muti: un’opera certosina di scrittura precisamente sincronizzata alla proiezione de L’Assassinat du Duc de Guise, pellicola della Film d’art del 1908.

L’ultimo pannello di questo lavoro è dedicato allo studio di Samson et Dalila, considerata da Saint-Saëns il proprio capolavoro ed effettivamente uno dei migliori prodotti operistici francesi. Un’opera raffinata ed esotica, innovativa senza essere pedissequamente wagneriana: la lezione di Bayreuth è assimilata dal parigino solo dove conveniente alla natura della sua ispirazione.

Con questo interessante lavoro, Clericetti non solo colma un vuoto in lingua italiana su un grande maestro francese, ma delinea un quadro accattivante che ci restituisce un Saint-Saëns parnassiano e contestualizzato nel mondo musicale del suo tempo, delineando ed analizzando le varie sfaccettature della sua personalità e salvandolo, se possibile, dall’ombra ingombrante del successo di un certo famoso carnevale.

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Giuseppe Clericetti: Camille Saint-Saëns – Visionario, artigiano, sperimentatore, 292 p., € 37.00, Zecchini editore, Varese 2020, ISBN 978-88-6540-287-0

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