Scritti di Ligeti e Rihm

Le Edizioni Contrechamps continuano a pubblicare testi essenziali per la comprensione della musica del nostro tempo e rendono omaggio a Ligeti e Rihm in due libri di recente pubblicazione.

György Ligeti. Foto: H. J. Kropp, Schott Music, Mainz

Il secondo dei tre volumi degli scritti completi di Ligeti in francese è costituito da una serie di testi autobiografici (per lo più relativi agli anni giovanili) e da un'abbondante sezione dedicata ai commenti alle sue opere. Nel mezzo, alcuni capitoli particolarmente affascinanti ci portano nello studio del compositore. Qui egli descrive i frequenti cambiamenti nel processo compositivo che corrispondono alle sue successive ricerche e passioni (Nancarrow, musica pigmea, ars subtilior, geometria frattale, ecc.), le quali costituiscono fonti di ispirazione piuttosto che vere e proprie influenze. Nel 1985, Ligeti dichiara di non essere attratto né dal retrò né dalla vecchia avanguardia, ma piuttosto dalla ricerca di una polifonia ritmicamente e metricamente complessa che accolga la consonanza senza ripristinare la vecchia tonalità. Altrove evoca il suo approccio spaziale alla composizione musicale, la sua visione dell'arte come un'apparenza e un luccichio illusorio, la "controparte celeste" della realtà. Altri testi descrivono la sua transizione da uno stile post-bartokiano a una musica in cui la polifonia intrecciata forma una cornice sonora, l'influenza dei suoi esperimenti con la musica elettronica sulle sue composizioni successive, o il modo in cui ha tratto ispirazione dal serialismo senza utilizzarlo. Vanno inoltre ricordati il suo talento per la narrazione, ad esempio nei suoi racconti d'infanzia, e la ricchezza semantica delle descrizioni tecniche delle sue opere.Image

György Ligeti, L'atelier du compositeur, 328 p., Fr. 38.00. Edizioni Contrechamps, Ginevra, 2013, ISBN 978-2-940068-44-9

Meno chiaro e conciso nel suo linguaggio, i suoi testi sono in parte derivati da lezioni improvvisate, Wolfgang Rihm ama anche scuotere le idee ricevute. In questo volume scopriamo una selezione dei suoi scritti più significativi nel campo dell'estetica e della scrittura musicale, nonché sulla posizione del compositore nella società. Il volume contiene anche un'intervista realizzata appositamente per questa pubblicazione. L'atteggiamento generale di Wolfgang Rihm non è quello di proporre un sistema, ma di incoraggiare la libertà e l'indipendenza dello spirito. Egli stesso preferisce comporre secondo un percorso libero piuttosto che sottomettersi alle forme. Il suo antiaccademismo si spinge fino a considerare le sue opere come potenzialmente incompiute, nel senso che ad esse può sempre essere aggiunto del materiale musicale: sviluppo, nuovo strato o rielaborazione, taglio di un'opera, e così via. Libero nel pensiero e nel tono, prende le distanze dalla facile etichetta di "nuova semplicità" e da chi confonde la semplicità con la facilità o la banalità: la semplicità non impedisce la complessità, ma la complicazione; è una ricerca di comprensibilità, non di regressione. In questi testi, che sono più di riflessione estetica che di analisi tecnica, egli si interroga sulle nozioni di postmodernità, neotonalità, improvvisazione e neoclassicismo, e riflette sul rapporto tra arte e cultura o tra cultura e Stato. Anche il rapporto tra testo e teatro musicale costituisce una parte significativa delle sue riflessioni. Rihm si occupa anche di politica culturale. A questo proposito, si scaglia contro il culto dell'evento, che annienta la cultura. Sottolineando che la capacità di una società di riflettere su se stessa si esprime nell'arte che i suoi artisti creano, egli deplora il fatto che la promozione e lo sfruttamento di opere già affermate soffochi sia la creatività sia tutto ciò che non è votato al massimo profitto. Nella Note sulla paternitàche contiene alcune pertinenti riflessioni a favore del diritto d'autore, sottolinea, a proposito dell'"argomentazione secondo cui questo o quell'altro sarebbe troppo impegnativo per il pubblico e non capirebbe nulla", che "come i bambini a cui non viene somministrata una dieta equilibrata, e a cui si dice in continuazione "non puoi capire questo", "non riuscirai mai a capirlo", il pubblico potrebbe diventare progressivamente più debole e meno sicuro di sé, crollando di fronte al minimo sforzo. Questa è una chiara minaccia per gli autori, per tutti gli autori. Che tutti i programmatori culturali ci pensino!

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Wolfgang Rihm, Fixer la liberté, Écrits sur la musique, selezione di Pierre Michel, 248 p., Fr. 32.00, Editions Contrechamps, Ginevra 2013,ISBN 978-2-940068-45-6

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