Le sinfonie del Nuovo Mondo

Il piccolo libro di Nicolas Southon ha il merito di riassumere la vita musicale negli Stati Uniti, concentrandosi sui compositori e coprendo la musica popolare (menestrelli, ragtimes, musical, ecc.).

Aaron Copland. Foto: Biblioteca del Congresso, wikimedia commons

Nel XVII secolo, la musica europea era rappresentata principalmente dal canto dei salmi protestanti, ma la musica strumentale, inizialmente per uso privato, iniziò a diffondersi nel secolo successivo. Come i colonizzatori, i primi compositori provenivano dall'Europa, mentre quelli nati negli Stati Uniti rimasero a lungo dilettanti con una scarsa formazione formale. A partire dall'indipendenza (1783), i principali centri culturali furono Boston, New York e Filadelfia. Nella seconda metà del XIX secolo, alcuni musicisti americani (tra cui John K. Paine e Edward MacDowell) tornarono a insegnare sulla East Coast dopo aver studiato in Europa. La principale fonte di reddito per molti compositori americani in questo periodo fu l'insegnamento universitario.

La scoperta e lo studio del folklore amerindio e nero attenuarono l'accademismo un po' ristretto dei sostenitori del romanticismo tedesco. Poiché la Prima guerra mondiale aveva sostituito il gusto per l'arte tedesca con un'ovvia francofilia, negli anni Venti molti compositori iniziarono a formarsi a Parigi con Nadia Boulanger. Come la generazione precedente, ottennero posti in università prestigiose, dove si formarono personalità diverse come Leroy Anderson, Leonard Bernstein e Conlon Nancarrow.

Basandosi sulla figura centrale di Aaron Copland, deliziosamente di ampie vedute (era convinto che la pluralità stilistica fosse costitutiva della musica americana), Nicolas Southon descrive sinteticamente la vita e l'opera di compositori post-romantici come Samuel Barber, Howard Hanson, Roy Harris, Gian Carlo Menotti e William Schuman, compositori eclettici come David Diamond e Ned Rorem, "modernisti come Ruth Crawford e Carl Ruggles; serialisti come Milton Babbitt; sperimentatori come Henry Cowell, Charles Ives e Harry Partch; liberi pensatori come John Cage, George Crumb, Conlon Nancarrow e Edgard Varèse; minimalisti come John Adams, Philip Glass e Steve Reich; e fusionisti jazz/classici come Leonard Bernstein, George Gershwin e Gunther Schuller".

L'autore esamina anche l'influenza più o meno profonda dei musicisti europei sulle tournée americane, dei compositori ospiti come Dvorak, e dei compositori che si erano rifugiati o stabiliti negli Stati Uniti per lungo tempo, come Bartók, Bloch, Milhaud, Schönberg, Varèse e molti altri. Capitoli speciali sono dedicati all'opera, alla musica da film (che, da Erich Wolfgang Korngold a John Williams, perpetua lo stile post-romantico tedesco, compreso l'uso di leitmotiv) e al musical, incentrato su Broadway e illustrato da compositori come Bernstein, Gershwin, Jerome Kern, Cole Porter e Kurt Weill, le cui melodie furono rapidamente riutilizzate come "standard" per il jazz.

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Nicolas Southon, Les symphonies du Nouveau Monde - La musique aux Etats-Unis, 200 p., € 15,00, Fayard/Mirare, Parigi 2014, ISBN 9782213681009

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