Musica e letteratura
Tre libri che uniscono musica e letteratura: le lettere di Mendelssohn, l'antologia di von der Weid e gli scritti di Walser.
Nato in una famiglia benestante, colta e gran lavoratore, Felix Mendelssohn ebbe la fortuna di poter far sbocciare le sue molteplici doti, sia nello studio, sia nelle attività fisiche, sia nelle varie arti: giovane prodigio divenne musicista affermato, compositore di genio, certo, ma anche talentuoso acquarellista e instancabile scrittore di lettere. Tra i 21 e i 23 anni inviò numerose lettere ai genitori, alle sorelle e al fratello, costituendo una sorta di resoconto delle scoperte, delle avventure e degli incontri che arricchirono il suo Grand Tour, il viaggio di istruzione che le classi agiate dei Paesi del Nord (soprattutto Germania e Inghilterra) offrivano ai loro discendenti maschi per completare la loro educazione e sviluppare i loro gusti. Dopo una prolungata visita a Weimar per rivedere il vecchio amico Goethe, la cui ombra tutelare guidava spesso i suoi pensieri, l'itinerario classico del giovane viaggiatore lo portò dall'Austria all'Italia, dove godette della bellezza del paesaggio pur deplorando lo stato deplorevole dell'arte musicale. Dopo questo lungo soggiorno in Italia, attraversò la Svizzera, per lo più a piedi, sorpreso dai capricci del tempo e affascinato dai ghiacciai, per poi raggiungere Parigi attraverso la Germania meridionale e la valle del Reno, e infine Londra. Il suo diario di viaggio, alcune delle cui pagine sono degne dei maestri del genere, con la sua narrazione piacevole, vivace, spontanea e persino giocosa, descrive con concisione, sensibilità e arguzia le avventure e gli eventi di cui è testimone, le impressioni che prova a contatto con la natura, nonché la società in cui si evolve e i personaggi con cui fa conoscenza. La raccolta tascabile pubblicata da Le Passeur riproduce un'elegante e talvolta imprecisa traduzione francese, realizzata nel 1864, di una selezione di 61 lettere abbreviate dal fratello del compositore. In attesa di un'edizione completa e critica, questo è soprattutto un invito a godersi una piacevole passeggiata in ottima compagnia.
Raccolti dalle numerose e variegate letture del musicologo Jean-Noël von der Weid, deliziosi aneddoti, riflessioni estetiche o filosofiche, brani letterari - spesso singolari o addirittura bizzarri - tratti da romanzi, racconti, diari e saggi, oltre a qualche poesia, compongono un improbabile dizionario. Vi sono anche raffinati omaggi dell'autore, ad esempio a Chopin, Feldman, Scelsi e Stockhausen, e frammenti di corrispondenza, come una lettera di Cartesio a Mersenne, in cui si parla di fisiologia uditiva, o una dolorosa missiva di Schubert a Kupelwieser. Oltre alla musica, sono venerate anche le altre arti e la filosofia. Visitare Il sogno di Poliphilo si strofina le spalle con Memorie di Saint-Simon, gli epigrammi di Martial le Diario il Goncourt o L'uomo senza qualità Incontriamo Bergson, Montaigne e Nietzsche, ma anche Baudelaire, Dostoevskij, Jarry, Proust e Thoreau. La semplice gioia della scoperta e la deliziosa sorpresa attendono tutti noi.
Le Edizioni Zoé hanno fatto molto per portare Robert Walser all'attenzione del pubblico francofono. Scritta da Roman Brotbeck e Reto Sorg, e recentemente tradotta da Marion Graf, questa antologia di sessanta testi tra i circa 300 che il prolifico scrittore di Bienne dedicò alla musica offre un ampio panorama che abbraccia il periodo dal 1899 al 1933, dalle prime poesie all'ultimo anno produttivo di Walser, prima degli oltre due decenni di inattività che seguirono il suo trasferimento nella clinica psichiatrica di Herisau. Fervente amante della musica, era poco interessato al rituale borghese dei concerti e delle serate d'opera, ed era più attratto dalle voci non pulite e dai fisarmonicisti, che riteneva rappresentassero un mondo autentico. Niente sembra incantare Walser, vero discendente del Romanticismo, più dell'apparizione inaspettata, quasi miracolosa, di una musica ascoltata per caso durante una passeggiata: un momento di poesia semplice e potenzialmente sublime. Nonostante la musicalità della prosa di Walser (Max Brod la definì "musica spontanea" e Hermann Hesse "elegante musica da camera"), egli non ebbe contatti con i compositori del suo tempo e non commentò mai le loro opere.
Felix Mendelssohn: J'ai fait en conscience mon métier de voyageur, Lettres européennes (1830-1832), presentato da Nicolas Dufetel, 496 pagine, € 8,50, Le Passeur, Paris 2022, ISBN 978-2-36890-886-0
Jean-Noël von der Weid: Scherzos insolites, 344 pagine, € 27,00, Edizioni Aedam Musicae, Château-Gontier 2021, ISBN 978-2-919046-96-6
Robert Walser: Ce que je peux dire de mieux sur la musique, 224 pagine, Editions Zoé, Chêne-Bourg 2019, ISBN 978-2-88927-664-6