Pianoforte dalcroziano

Tre CD pubblicati di recente testimoniano la diversità dell'opera pianistica di Jaques-Dalcroze.

Emile Jaques-Dalcroze in "Die Schweiz im neunzehnten Jahrhundert", herausgegeben von schriftstellern schweizerischen unter Leitung von P. Seippel, Lausanne 1899, Vol. 2, pag. 609. Fonte: Biblioteca britannica / wikimedia commons

Dopo aver completato la sua formazione musicale al Conservatorio di Ginevra, il compositore e grande didatta Emile Jaques-Dalcroze proseguì i suoi studi a Vienna, con Bruckner e Fuchs, e a Parigi, dove lavorò con Delibes e Fauré e conobbe Mathis Lussy, autore di un libro di racconti e di un'opera di musica. Un trattato sull'espressione musicale e le teorie del ritmo che lo influenzarono profondamente. Questa duplice influenza germanica e latina si ritrova nelle prime opere del compositore ginevrino. Pianista esperto, Jaques-Dalcroze affidò al suo strumento una produzione prolifica che non comprende sonate, ma piuttosto brevi pezzi, per lo più in forma libera, generalmente raggruppati in raccolte. La Fondazione Famiglia Emile Jaques-Dalcroze, l'Association des Amis de Jaques-Dalcroze e l'Association Harmonia Helvetica hanno realizzato un'antologia in tre volumi per l'etichetta Toccata records, con l'obiettivo di salvare dall'oblio le opere più significative. Questa ampia panoramica rivela chiaramente la sua evoluzione stilistica: dapprima, prima del 1900, brani di genere che ricordano sia Schumann sia i salotti parigini, in particolare il delizioso e giocoso Polka enarmonica o il quasi faureo Aria da Tre pezzi op.46, mentre un Improvviso-Capriccio L'op. 44 è vicina a Chabrier; poi, dopo l'attuazione della sua omonima Méthode, composizioni più personali, in cui predomina l'intento didattico della percezione corporale del ritmo. Il ritmo è trattato con notevole diversità, ad esempio nella sua opera migliore, l'op. 20 Capricci e studi ritmiciLe armonie più ricche, le modulazioni costanti e le melodie, spesso prive di battute e dal respiro più libero, rivelano una sensibilità più vicina alla musica francese del primo Novecento. Naturalmente, i movimenti di danza abbondano, anche se non sono più basati esclusivamente su modelli preesistenti. L'influenza delle danze d'oltreoceano (tango, foxtrot, charleston, rag-time, ecc.) e della musica leggera rinnova il suo linguaggio, e l'atmosfera da music-hall che ne deriva ci ricorda che l'inventore di Rythmique era anche un allegro chansonnier. L'esecuzione impegnata e convincente dei quattro eccellenti pianisti (Paolo Munaò, Xavier Parés, Adalberto Maria Riva e Patricia Siffert) che hanno partecipato a questo progetto rende piena giustizia a questi brani, dai quali estraggono tutta la loro vitalità dinamica e la loro maliziosa vivacità. Degna di nota è anche la qualità delle note del libretto, scritte da Jacques Tchamkerten, uno specialista del grande ritmico.

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Emile Jaques-Dalcroze: Musica per pianoforte, Volume Primo (Polka enharmonique op. 47, Trois morceaux op. 46, Trois morceaux op. 45, Trois morceaux op. 44, Skizzen op. 10). Adalberto Maria Riva. Toccata Classics TOCC 0473

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Emile Jaques-Dalcroze: Musica per pianoforte, volume secondo (Esquisses pour un exercice de cordes, 20 Caprices and Rhythmic Studies, Cascades). Paolo Munaò. Toccata Classics TOCC 0532

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Emile Jaques-Dalcroze: Piano Music, Volume Three (Works for Piano Solo and Piano Duet: Trois esquisses genevoises sous forme de dance, Musiques pour faire danser Books 1 and 2, Trois rondeaux joyeux pour la danse, Trois entrées dansantes, Six danses bigarrées, Danse romande). Xavier Parés e Patricia Siffert. Toccata Classics TOCC 0540

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