La musica in Russia dal 1850

Un massimo di informazioni e idee concentrate in un libro tascabile.

Teatro Mariinsky, orchestra. Foto : Natalia Semenova / wikimedia commons

In quest'opera tascabile, i 150 anni più gloriosi della musica russa sono riassunti da André Lischke, autore di numerosi libri sull'argomento. In un impero dalla geografia mutevole, dalle conquiste della metà del XIX secolo alla disgregazione dell'URSS, la scelta di includere o meno un musicista proveniente da un Paese annesso rimane delicata. Da qui, forse, la decisione di non includere nomi come Tubin o Kantcheli. La stessa cautela vale per gli artisti contemporanei: nessun compositore nato dopo la Seconda Guerra Mondiale viene citato. Ma, come sottolinea lo stesso Lischke, non c'è abbastanza spazio per essere esaustivi, né si è obbligati a farlo. Nel complesso, la sfida di racchiudere quante più informazioni e idee possibili in un formato ridotto è riuscita. Dopo una breve retrospettiva della vita musicale dal XVI secolo a Glinka, Sérov e Dargomyjski, passando per il predominio della musica italiana nel XVIII secolo, il libro è diviso in due parti, una incentrata sul periodo che va dal 1850 al visionario Scriabin e ai post-romantici Rachmaninov e Medtner, l'altra che inizia con Stravinskij e Prokofiev e termina con la generazione di compositori nati negli anni Trenta. Fortunatamente, l'autore non si accontenta di descrivere la vita e le opere principali dei compositori più importanti di questo periodo, da Anton Rubinstein a Boris Tichtchenko; discute anche l'importanza del folklore, delle ispirazioni orientaliste e delle diverse forme musicali, e dedica due capitoli sostanziosi ai canti della chiesa ortodossa e ai Balletti Russi di Diaghilev. Inoltre, decifra le relazioni tra i membri del Gruppo dei Cinque, poi tra le scuole di Mosca e di San Pietroburgo, nonché i rapporti dei compositori con le autorità sovietiche, dove alcuni si dimostrarono entusiasti, altri carrieristi, altri ancora fecero il doppio gioco grazie ai molteplici significati della musica, e altri ancora emigrarono in Europa o negli Stati Uniti, o andarono in esilio interno. Il libro di Lischke si conclude con la constatazione che l'esilio è ancora la strada intrapresa da molti artisti russi, anche se per motivi economici.

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André Lischke, La musica in Russia dal 1850, € 14,20 Fayard, Parigi 2012, ISBN 978-2-213-66641-9

 

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