Un maestro dell'opera del Seicento

Parte di una serie di biografie di compositori pubblicate da Actes Sud, il libro di Olivier Lexa colloca accuratamente la vita e l'opera di Francesco Cavalli (1602-1676) nel loro contesto politico, sociale e artistico.

San Marco a Venezia. Foto: Thomas Max Müller / pixelio.de

Nato da una famiglia povera, colui che sarebbe diventato il più popolare compositore italiano del suo tempo prese il cognome del nobile veneziano che, incantato dalla qualità della sua voce, gli diede protezione e affetto fin dall'adolescenza. Iniziò la sua carriera musicale come cantante e poi come organista presso la Basilica di San Marco, dove divenne poi maestro di coro nel 1668.

Ma la maggior parte della sua attività musicale fu dedicata alle sue 33 opere, la maggior parte delle quali furono create a Venezia, dove il primo teatro dedicato a spettacoli musicali al di fuori del contesto di corte, il San Cassiano, aprì nel 1637. Cavalli fondò immediatamente una nuova compagnia d'opera, che iniziò a lavorare alla sua prima opera nel 1639. Il successo fu immediato e per circa trent'anni Cavalli dominò la produzione operistica veneziana, dimostrando temporaneamente le sue capacità manageriali in un'epoca in cui tutti gli oneri gravavano sulle spalle dell'impresario. In questo modello economico, era il pubblico a imporre i propri gusti, da cui la proliferazione di situazioni burlesche, anche nelle tragedie, e di arie a scapito dei recitativi. Ben presto, però, abbandonò la posizione di impresario per dedicarsi alla composizione, alla produzione e alla regia delle proprie opere, per le quali gestiva un vero e proprio laboratorio di copisti. Preferendo la coerenza dell'azione teatrale agli effetti del virtuosismo vocale o alla divisione troppo netta tra aria e recitativo, la sua musica dimostra una grande fluidità, passando dal recitar cantando all'arioso e all'aria con perfetta naturalezza.

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Olivier Lexa fornisce un breve resoconto delle trame delle opere e descrive l'ambiente intellettuale in cui erano immersi i loro eccellenti librettisti (accademia, influenza della Comedia nueva spagnola, ecc.). Nel 1662, la sontuosa prima diErcole Amante a Parigi segnò una svolta nella carriera di Cavalli, i cui ultimi anni furono più cupi, anche se le sue opere furono spesso riprese in molte città. Venezia preferisce compositori che privilegiano il virtuosismo rispetto al sentimento e alla profondità.

Questa biografia completa la riscoperta di un genio troppo a lungo dimenticato, anche a causa delle difficoltà comuni alle opere del Seicento: la decifrazione di partiture spesso incomplete, la ricostituzione del materiale orchestrale e la pletora di ruoli.

Olivier Lexa, Francesco Cavalli, 256 p., € 18,00, Actes Sud, Parigi 2014, ISBN 978-2-330-03460-3

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