La mano sinistra del pianista

Questo libro presenta la storia del repertorio pianistico per mano sinistra, con i suoi principali protagonisti, dai più famosi ai meno conosciuti.

Alcune opere scritte per pianoforte mancino sono entrate nel repertorio tradizionale e vengono suonate abitualmente da pianisti ambidestri. Qui, Jacques Février lavora sul Concerto per la mano sinistra di Ravel con il compositore. @ Gallica-BnF

Sebbene le prime opere per pianoforte confinassero il più delle volte la mano sinistra a un semplice ruolo di accompagnamento, l'uso sistematico del pollice e l'invenzione del pedale "forte" ne resero possibile la graduale emancipazione nel corso del XIX secolo, arricchendone la tavolozza espressiva, grazie soprattutto a Chopin e soprattutto a Liszt. Una volta raggiunta la completa indipendenza, le composizioni pianistiche del secolo successivo tendono a differenziare i ruoli delle due mani. Allo stesso tempo, si sviluppò un repertorio per la sola mano sinistra, prima sotto forma di etudes, poi di pezzi virtuosistici, prima che l'ammirazione per i mezzi limitati utilizzati da Bach per raggiungere la pienezza nelle sue opere per violino solo o violoncello spingesse Brahms a trascrivere per la mano sinistra la ciaccona della seconda partita per violino del cantore di Lipsia. Intorno al 1900, Godowsky si fece paladino della mano sinistra, condensando e comprimendo la maggior parte degli studi di Chopin per essa, sostenendo che la disposizione delle sue dita forti offre maggiori possibilità di far emergere la melodia rispetto alla dexter, mentre la tessitura in cui solitamente si muove permette di ottenere suoni più morbidi, pieni e potenti. A parte alcuni casi fortuiti, fu soprattutto la Prima Guerra Mondiale a rendere diversi pianisti monobraccio, alcuni dei quali fecero di necessità virtù, o almeno cercarono di superare le avversità. Il più famoso di questi fu l'egocentrico e infatuato Wittgenstein, che fu incaricato di scrivere molti capolavori, tra cui il Concerto in re di Ravel, ma non ne capì veramente l'importanza. Non ne capiva davvero l'importanza e spesso alterava in modo irrispettoso le partiture per apparire migliore. In questo libro, pubblicato da Première Loges, si parla anche di altri grandi pianisti affetti da lesioni o distonie focali, come Schumann, Fleisher e Graffman. Combinando il rigore della sua ricerca con il suo talento di scrittore, Etienne Barilier salva dall'oblio un certo numero di compositori, descrive le pietre miliari di questo repertorio e sa come affascinare i suoi lettori.

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Etienne Barilier: Pour la main gauche - Histoire d'un piano singulier, 240 p., € 20,00, Éditions Premières Loges, Paris 2021, ISBN 978-2-84385-372-2

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