Cantata funebre
Ogni venerdì, Beethoven è qui. In occasione del 250° anniversario della nascita di Beethoven, ogni settimana la Rivista Svizzera di Musica si occuperà di un'opera diversa del suo catalogo. Oggi per la cantata sulla morte dell'imperatore Giuseppe II.
Sì, ci sono opere che sono sfuggite alla storia. Le ragioni sono molteplici: nel XX secolo sono state spesso le circostanze politiche a determinarne la scomparsa, ma anche in precedenza altri fattori hanno giocato un ruolo: uno scarso successo iniziale, una strumentazione insolita, un testo sbagliato... Quando queste partiture vengono scoperte inaspettatamente o vengono reinterpretate decenni dopo, si dice spesso che sono state "ingiustamente dimenticate". Ma non c'è alcuna garanzia che saranno mai incluse nel repertorio o che raggiungeranno il grande pubblico. Sorge quindi spontanea una domanda iconoclasta: non ci sono anche opere che sono state "giustamente dimenticate", ad esempio creazioni troppo giovani o commissioni composte per una sola occasione?
Comunque sia, i meccanismi del repertorio non funzionano secondo regole rigide. E questo vale anche per l'opera di Beethoven, che non è tutta conosciuta, anzi: c'è ancora molto da scoprire, come la Cantata per la morte dell'imperatore Giuseppe II WoO 87 (1790), opera commissionata dalla Bonn Lese- und Erholungsgesellschaft, una società filantropica che esiste ancora oggi. Uno dei verbali della commissione propose che "un interludio musicale avesse luogo prima o dopo il discorso". Tuttavia, la cantata non fu eseguita, come si legge più avanti: "per diverse ragioni". Forse Beethoven aveva scritto una partitura troppo lunga (poco meno di tre quarti d'ora), forse l'aveva terminata troppo tardi (erano trascorse solo tre settimane tra la riunione del comitato e la cerimonia di commemorazione del 19 marzo). Inoltre, il Principe Massimiliano, fratello del defunto e Vice-Rettore della Società, aveva richiesto un'ora di silenzio durante il servizio funebre.
Il manoscritto di Beethoven andò perduto senza essere mai stato eseguito. Una copia riapparve solo nel 1884 e, su suggerimento di Eduard Hanslick, la cantata fu eseguita per la prima volta in un concerto della Società degli Amici della Musica di Vienna. Da allora è rimasta nell'ombra - giustamente? Certo che no, perché qui si sentono già i contorni del tardo Beethoven. E non è un caso che il maestro abbia riutilizzato questo materiale musicale in altre opere, tra cui Fidelio.
Aufnahme auf idagio
Rimanere in contatto
Una newsletter settimanale fornisce informazioni sull'ultima rubrica online. Potete iscrivervi inserendo il vostro indirizzo e-mail qui sotto, oppure abbonandovi al nostro feed RSS.