Sonata per violino "Kreutzer
Ogni venerdì, Beethoven è qui. In occasione del 250° anniversario della nascita di Beethoven, ogni settimana la Rivista Svizzera di Musica analizzerà un'opera diversa del suo catalogo. Oggi l'attenzione è rivolta alla Sonata per violino e pianoforte n. 9 in la maggiore "Kreutzer".
Le possibilità musicali che la sonata per violino e pianoforte offriva ancora all'inizio del XIX secolo, e i pochi vincoli imposti al trattamento degli strumenti, si possono vedere nel frontespizio della Sonata op. 47 di Beethoven, chiamata "Sonata Kreutzer" a causa della sua dedica: è una "Sonata Kreutzer". Sonata per il Piano-forte ed un Violino obbligato, scritta in uno stile molto concertante, quasi come d'un concerto - una sonata per pianoforte e violino obbligato, scritta in uno stile molto concertante, quasi da concerto. Con una tale libertà nel titolo, non è un caso che per tutto il XIX secolo (e non solo per quanto riguarda il violino) non si sia sviluppata un'estetica particolare per la sonata per pianoforte e strumento melodico.
Beethoven dedicò l'opera al virtuoso francese del violino Rodolphe Kreutzer, anche se, secondo Hector Berlioz, non la suonò mai e la definì "oltraggiosamente incomprensibile". Ma Beethoven non trovò molta più comprensione tra i suoi contemporanei di lingua tedesca. Fu addirittura accusato di non volere altro che differenziarsi dai suoi colleghi compositori: una recensione dellaAllgemeine musikalische Zeitung di Lipsia parlò di "terrorismo estetico o artistico" - il che è comprensibile con un primo movimento di ben 599 battute. Le esigenze tecniche di questa sonata sono considerate molto elevate, e l'opera è consigliata solo per occasioni molto speciali: "se due virtuosi per i quali nulla è più difficile, che possiedono tanto spirito e conoscenza che, se si aggiungesse la pratica, potrebbero scrivere essi stessi opere di questo tipo, e che, proprio a causa di questo spirito che fluttua sopra l'insieme, non sono disturbati dagli eccessi più particolari delle diverse parti : se si riuniscono, studiano l'opera (perché anche loro dovranno farlo), se ora aspettano l'ora in cui anche il grottesco può e deve essere apprezzato, purché sia fatto con spirito, e se ora suonano in quell'ora: allora ne trarranno pieno e ricco piacere. "
L'idea di un simile momento musicale richiama immediatamente alla mente il romanzo La Sonata Kreutzer di Leone Tolstoj (1889), in cui la composizione di Beethoven funge da catalizzatore emotivo, trasformando l'amore del protagonista in gelosia assetata di potere. Un dramma psicologico sulle emozioni represse nella borghesia dell'epoca. Nel capitolo 21, Tolstoj scrive: "Quando due persone si dedicano all'arte più nobile, la musica, deve esserci una certa intesa intima; non c'è niente di male in un tale approccio, e solo un uomo stupido e geloso potrebbe vederci qualcosa di discutibile. Tuttavia, tutti sanno che è attraverso queste attività, soprattutto la musica, che si verifica una grande percentuale di adulterio nella nostra società".
Aufnahme auf idagio
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