Sinfonia n. 3 "Eroica
Ogni venerdì, Beethoven è qui. In occasione del 250° anniversario della nascita di Beethoven, ogni settimana la Rivista Svizzera di Musica analizzerà un'opera diversa del suo catalogo. Oggi è la volta della Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore "Eroica".
Beethoven sapeva da tempo che la Rivoluzione francese, che sosteneva la libertà, l'uguaglianza e la fraternità contro lo Stato feudale, era giunta al termine quando un editore di Lipsia gli fece una proposta, diciamo così, fuori moda. Per un mecenate senza nome, avrebbe dovuto scrivere una "sonata rivoluzionaria" che potesse rappresentare gli eventi in modo programmatico, o almeno evocarli. Il suo rifiuto, l'8 aprile 1802, fu pieno di indignazione: "Signori, cosa mai mi proponete qui? - Sarebbe stato immaginabile scrivere una tale sonata all'epoca della rivoluzione, ma ora che tutto cerca di tornare al vecchio regime, ora che Bonaparte ha firmato un concordato con il Papa - una tale sonata? - una tale missa pro sancta maria a tre vocis o i vespri, eccetera, passerebbe comunque - oggi prenderei anche un pennello - e scriverei una credo in unum con grandi note - ma mio Dio, una tale sonata - in questi tempi di rinnovamento cristiano - hoho - lasciatemi fuori - non ne verrà fuori nulla [...]".
Non è possibile stabilire con chiarezza come Beethoven si posizionasse realmente rispetto alla politica del suo tempo, e nemmeno se simpatizzasse per le idee repubblicane. In occasione della mobilitazione generale austriaca del 1797, compose, probabilmente sconvolto dalla politica espansionistica francese, una Canzone d'addio al cittadino di Vienna WoO 121 (per il corpo dei volontari viennesi), seguita da una Canzone di guerra austriaca WoO 122 (1797). Solo pochi anni dopo, Napoleone, in qualità di Primo Console, godeva di grande stima a Vienna: Beethoven era particolarmente entusiasta della sua abilità di statista e dello sviluppo di una società con diritti civili (tra cui un Codice Civile ancora oggi ampiamente valido). Prese persino in considerazione l'idea di trasferirsi a Parigi.
Tuttavia, dopo che a Vienna giunse la notizia che Napoleone era stato incoronato imperatore a Parigi il 2 dicembre 1804, Beethoven rifiutò completamente questi piani idealistici. Fu in questo contesto che la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op. 55, cambiò il suo dedicatario, come racconta Ferdinand Ries, un amico di Beethoven, in un aneddoto (tutt'altro che certo): "In questa sinfonia, Beethoven aveva in mente Bonaparte, ma mentre era ancora Primo Console [...]. [...] io, insieme a diversi suoi amici intimi, vidi questa sinfonia, già copiata in partitura, stesa sul suo tavolo, dove, proprio in cima al frontespizio, erano scritte le parole 'Bonaparte' e, proprio in fondo, 'Luigi van Beethoven', non una parola di più. Fui il primo a dirgli che Bonaparte si era autoproclamato imperatore, cosa che lo fece infuriare e lo fece esclamare: "Quindi non è diverso da un uomo comune! Ora calpesterà anche lui tutti i diritti umani, non farà altro che soddisfare la sua ambizione; si innalzerà, come tutti gli altri, e diventerà un tiranno!" Beethoven si avvicinò al tavolo, afferrò il frontespizio in alto, lo strappò e lo gettò a terra. La prima pagina fu riscritta e solo allora alla sinfonia fu dato il titolo: 'Sinfonia eroica'".
Gli eventi storici dimostrano che Beethoven aveva ragione. Dopo che Vienna era stata occupata senza resistenza da Napoleone il 13 novembre 1805, la città fu riconquistata solo dopo un pesante fuoco di artiglieria nella notte tra l'11 e il 12 maggio 1809. Beethoven trascorse queste ore nella cantina del fratello Kaspar Karl (1774-1815). Si copriva persino le orecchie con dei cuscini per proteggere il suo udito in declino.
Aufnahme auf idagio
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