Emile Jaques-Dalcroze: un visionario del nostro tempo

150 anni fa nasceva una figura importante nella storia della musica della Svizzera francese e del mondo intero. Purtroppo, molte persone non credettero subito al suo messaggio innovativo. Alcuni arrivarono a definire infantile il suo approccio all'insegnamento della musica attraverso il ritmo. Gli anni hanno dimostrato che avevano ampiamente torto. Ed è giusto così.

Foto: IJD

Il 2015 è stato costellato da una grande varietà di eventi che hanno reso omaggio a questa illustre figura. L'evento che ci ha colpito di più è stata la mostra Le Tourbillon Jaques-Dalcroze (o i racconti di Emile... e una vita)al Théâtre du Jorat. Emile Jaques-Dalcroze era presente in tutte le sue sfaccettature, dal quartetto d'archi alle canzoni "per bambini", alle opere soliste, al coro e persino allo stesso Emile, all'angolo del palcoscenico con il suo occhio malizioso e critico. Per me è stato un momento magico che non dimenticherò presto. È facile dimenticare Dalcroze e il suo Concerto per violino. Mi è capitato di trovarmi di fronte a musicologi che si affannavano a riconoscere un capolavoro di un compositore "semplicemente della Svizzera francese".

A Hellerau (Germania), Emile Jaques-Dalcroze ricevette un edificio degno della sua geniale pedagogia. Purtroppo, essendo uno svizzero troppo schietto e le sue parole troppo sincere, fu costretto a tornare in patria in fretta e furia. Anche la storia può sbagliare. Emile ne pagò il prezzo, dimostrando che "non tutte le verità sono buone da raccontare".

E bang nell'EmileUna pubblicazione tempestiva

Conosciamo tutti la straripante attività di Marie-Christine Papillon a capo dell'omonima casa editrice, e in particolare la sua collana Mélophiles, che offre una ricca selezione di musicisti e compositori che altrimenti potrebbero essere trascurati.

In occasione dell'anniversario della nascita di Emile Jaques-Dalcroze, pubblica un libro dal titolo Pan nell'Emile. Dodici canzoni sono raccolte, arrangiate e "deviate" da Pascal Chenu, Olivier Rogg e Laurent Sourisse. I coristi dell'Institut Jaques-Dalcroze e del Conservatorio di Ginevra sono gli artefici di questo lavoro. Cécile Polin-Rogg è il direttore musicale. Il libro si presenta sotto forma di notazione dei brani di Dalcroze accompagnati da un basso figurato. Un CD accompagna questa pubblicazione, che consigliamo vivamente alle scuole e, perché no, ai cori della Svizzera francese. Ne saranno entusiasti. Sarà anche l'occasione per cantare Emile rivisitato da talentuosi musicisti ginevrini.

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Le Tourbillon Jaques-Dalcroze (o i racconti di Emile... e una vita), al Théâtre du Jorat. Foto: IJD

Altri elementi di spicco sotto forma di bouquet finale

Per concludere il 2015, il pianista Adalberto Maria Riva, con l'aiuto del produttore VDE Gallo, ci ha proposto una scoperta nella sua serie dedicata ai compositori svizzeri. La Ballata op. 46 n° 1 per pianoforte è troppo raramente eseguita, pur essendo un gioiello della musica pianistica. Il CD Gallo 1468 offre più di un'idea.

La Sinfonietta di Losanna diretta da Marc Leroy-Cattahud ha chiuso la sua stagione al Casino de Montbenon con il Secondo Concerto per violino op. 46 n. 1. Ballata. La violinista Alexandra Soumm è stata la solista di quest'opera, che non è spesso inclusa nei programmi dei concerti.

Il libro di Claire Kuschnig e Anne Pellois, pubblicato da Slatkine, non può essere ignorato. Il ritmo, una rivoluzione si concentra su una tappa importante della vita di Dalcroze a Hellerau(D), dove si trova ancora il suo "tempio del ritmo". Quando si dice, a torto, che nessuno è profeta in patria, ebbene, quest'anno 2015 Emile Jaques-Dalcroze avrà dimostrato il contrario.

Non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta... Chi difende il suo lavoro ne ha dato prova vivente.

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